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MADONNA DEL MANTO o DELLA MISERICORDIA

 

Nell'anno giubilare della Misericordia e specialmente nel mese dedicato alla devozione mariana, non si piò dimenticare un'iconografia particolarmente interessante di Maria: la Madonna del Manto o della Misericordia molto diffusa nei dipinti tardo-medioevali del nostro territorio. La troviamo in affreschi di chiese e cappelle e in pale museali.

Su questa iconografia di Maria anche Papa Francesco ci esorta a riflettera. La Madonna della Misericordia che, come Genitrice della Chiesa, custodisce sotto il suo mantello il popolo di Dio

Le origini della devozione alla Madre della Misericordia risalgono ai primi secoli del secondo millennio. In una visione Maria dice a s. Brigida di Svezia (sec XIII): Il mio ampio mantello è la mia misericordia misericordiosa mi rese mio Figlio. Vieni tu dunque figlia mia a ripararti sotto il mio manto. Sin da quell'epoca compaiono in Occidente le raffigurazione della Madonna del Manto o della Misericordia.

Nel Medioevo il manto protettore aveva un significato giuridico ben conosciuto: indicava la figliolanza legittimata, i figli nati prima del matrimonio erano legittimati se tenuti sotto il mantello della madre durante le nozze; un perseguitato che si fosse rifugiato sotto un manto regale soprattutto in epoca medioevale, aveva diritto alla grazia essendo il mantello simbolo di dignità, di protezione e di amore caritatevole. Nella Bibbia Elia chiama Eliseo gettandogli addosso il mantello (1 Re 19,19). Le origini immediate del tipo iconografico risiedono nella effige La Vierge au Manteau impressa sui primi sigilli dei Cistercensi.

Il tipo iconografico di Maria del Mantello ebbe la sua massima fioritura nel sec XIV-XV La più nota è la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca. Un'opera, su tavola realizzata tra il 1444 e 1460, proveniente dall'altare maggiore della Chiesa della Misericordia di Sansepolcro ed ora conservato presso il Museo Civico di questa città, luogo di nascita del pittore. Al centro la Vergine con un ampio accogliente gesto, dispiega i lembi del suo manto che si apre come un'abside sacra, in essa trovano rifugio i fedeli ben definiti somaticamente, disposti ad emiciclo, essi sottolineano una vasta spazialità prospettica. Sul fondo dell'icona l'artista ha preferito, all'usuale paesaggio prospettico, un fondo interamente oro che emana la luce, simbolo della luce soprannaturale

Numerose le raffigurazioni, con questa iconografia, reperibili nel territorio cuneese. Innanzi tutto la splendida Madonna della Misericordia oggi a Casa Cavassa ma probabile pala dell'altare nella cappella del castello dei Marchesi a Revello. E un capolavoro dipinto da Hans Clemer (1498-1499) per volontà del marchese Ludovico II e della moglie Margherita De Foix.   Sul fondo dorato la Vergine dal volto dolcissimo, in preziosissimi abiti, accoglie con le braccia allargate la famiglia Marchionale inginocchiata ai suoi piedi su un prato fiorito, descritta minuziosamente nelle vesti e nei ritratti dei singoli componenti. Due angioletti sostengono la corona sul capo della Vergine, al di sopra la figura di Dio benedicente, mentre S.Pietro e San Paolo sostengono i lembi del manto allargato


A Beinette troviamo il grande e noto affresco dell'abside della Madonna delle Pieve. I lembi del grandissimo manto foderato di pelliccia sono aperti come ali, due angeli in volo sostengono le falde del mantello. Maria, avvolgente, allarga le braccia sui fedeli in preghiera: a destra gli uomini, dal più aristocratico al più umile, nobili, borghesi, artigiani monaci, popolani. Sul lato opposto, allo stesso modo, le donne. La resa dei personaggi è ritrattistica e immediata, così come la comunicazione del messaggio realizzato nei vivaci colori, dall'accento popolare.A questo tipo di protezione fa riferimento l'affresco presente nel chiostro superiore della certosa di Pesio. Dove appaiono Maria col Bambino in braccio tra i santi fondatori dell'ordine certosino i quali sollevano, come un sipario, i lembi del mantello blu notte trapunto di stelle. A rifugiarsi in preghiera qui sono i certosini i monaci e i conversi.

Nella Madonna lunga della Cappella Maria Assunta di Montanera si precisa esplicitamente Questa opera fu fatta fare dalla comunità di Montanera per ottenere la liberazione dal pericolo di calamità. 16 giugno 1482. Forse fu questo il motivo per il quale la cappella venne dedicata a Maria, madre delle Grazie. Nel 1836 il santuario di Madonna Lunga, definizione con cui la cappella viene popolarmente nominata a causa della .lunghezza della figura della Vergine dell'affresco absidale, Maria sostiene il proprio ampio mantello e accogli prevalentemente figure di papi, vescovi, monaci e monache e dall'altra rappresentanti dei più elevati ceti sociali, un re e una regina coronati, affiancati da personaggi d'alto rango e alcuni popolani. Un ulteriore sviluppo iconografico della Madonna della Misericordia venne dato dal sempre più incombente pericolo delle epidemie di peste, che nel corso del XV secolo continuavano a flagellare le popolazioni europee, terrorizzate dal contagio. Immediata fu l'identificazione tra la diffusione del morbo e l'abbattersi dell'inesorabile giustizia divina. In questo contesto appare l'iconografia del Cristo Giudice che vuole scaglia sul genere umano per rettificarne la condotta peccaminosa, mentre l'umanità intera cerca rifugio sotto il manto protettore della Mater omnium.L'iconografia del Cristo Giudice venne diffusa attraverso testi illustrati impiegati per la predicazione, fra questi un brano agiografico della vita di San Domenico. Il testo narra di una visione avuta dal santo nel periodo in cui si trovava a Roma per ricevere la conferma dell'Ordine: durante una preghiera notturna gli apparve Cristo avanzante, in veste di Giudice Celeste, nell'atto di brandire tre lance contro l'umanità; la Vergine, intercedendo per placarne l'ira purificatrice, presentò al Figlio, Domenico e Francesco, nuovi paladini della fede. Nell'immagine delle tre frecce sono identificabili la guerra, la pestilenza e la carestia, a condanna della superbia, avarizia e lussuria, le tre condotte più dissolute dell'uomo. L'iconografia della Madonna di Misericordia e la sua variante, la Madonna delle frecce costituisce la rappresentazione della protezione della Vergine contro la pioggia dei dardi scagliati.
In provincia troviamo questa raffigurazione nella cappella Mater Amabilis del santuario degli Angeli di Cuneo opera dei Fratelli Biazaci. A lato della raffigurazione della madonna della Misericordia, appare lintercessione della Vergine presso il Cristo dei flagelli. Cristo giudice, in mandorla e recante sulle mani i segni della Passione, è in atto di scagliare verso il mondo (raffigurato tramite una sfera contenente un paesaggio montano che si affaccia su di uno specchio d'acqua) tre saette, allusive ai grandi mali dell'umanità: peste, carestia e guerra, inviate per punire i vizi terreni. Alla sinistra del Cristo, Maria rivolge uno sguardo implorante verso il Figlio, cercando di placarne l'ira e indicando, per suffragare la sua azione difensiva, due monaci inginocchiati: i santi Francesco e Domenico, che con la loro vita e il loro messaggio esemplare, incarnavano le virtù dell'obbedienza, della povertà e della castità, opposte ai vizi terreni.(S.Menavella).
Siamo in un tempo di turbolenza e di ansia, forse è bello accogliere l'invito del Papa a riflettere sull'icona della Madonna che "copre con il suo manto il popolo di Dio" e pregare con l'antica bellissima preghiera del Sub tuum praesidium (II-III secolo d.C) dove risuona la dolce speranza: Sotto la tua protezione troviamo rifugio santa Madre di Dio non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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